A volte succede che punti un dito sul mappamondo e, poco dopo, in quel luogo ci arrivi davvero. E' quello che è successo a noi di Duel: Film, dal giorno in cui abbiamo cominciato a sviluppare il progetto di documentario "Confini? Non ne ho mai visti".
L'idea del documentario nasce dal regista Franco Dipietro, nato e cresciuto in Liguria, su un capo molto particolare chiamato Capo Mele. Su quel capo, infatti, negli anni '50 è andato ad abitare uno dei personaggi più iconici del secondo dopo guerra: l'esploratore e avventuriero Norvegese Thor Heyerdahl.
La figura di Heyerdahl è da sempre legata all'isola di Pasqua. Anche il Kon Tiki, la sua grande impresa marittima, è ispirata dall'Isola.
Heyerdahl, da ragazzino, diceva sempre che il suo sogno era risolvere i misteri di Rapa Nui. E così ha fatto. A fine anni '50 Thor arriva sull'isola con un pool di archeologi e comincia ad affrontare sperimentalmente alcuni dei misteri più classici.
Lui e il suo team arrivano a risolverli tutti. Seguendo la stessa filosofia del Kon Tiki. Sperimentando le teorie sul campo. Un anno di scavi ed esperimenti che diventa un libro chiamato Aku-Aku, scritto dallo stesso Heyerdahl.
Le teorie raccontate dal libro risultarono le più diffuse per molto tempo, visto la notorietà dell'autore, ma molte di esse furono in seguito criticate e riviste o parzialmente confutate.
Ma è proprio questa la cosa affascinante riguardo Heyerdahl: non è rimasto nella storia per aver dato le risposte giuste, bensì per aver attirato l'attenzione sulle domande giuste.
E' suo il merito di aver diffuso il mistero di Rapa Nui e delle sue teste al resto del mondo, facendo diventare l'isola un luogo oggi notissimo al turismo internazionale.
"Il vostro petrolio è la vostra cultura", diceva Heyerdahl ai nativi. E aveva ragione. Ancora oggi, sebbene nessuna delle teorie di Heyerdahl sia stata davvero comprovata, tutti sono concordi nel dire che Thor ha "messo l'isola sulla mappa".
E così, seguendo l'istinto e le orme di un personaggio leggendario, arriviamo sull'Isola di Pasqua. Abbiamo con noi montagne di attrezzatura.
Tre passaporti. Franco Dipietro. Aaron Chervenak. Walter Leonardi.
Partiamo da Torino, facciamo scalo a Parigi e andiamo a Santiago del Cile. Dopo una notte passata tra gli affollatissimi bar della città, ripartiamo per l'Isola. Altre sei ore di volo dalla terra ferma per arrivare nel mezzo del Pacifico.
L'isola ci sorprende. Verde, attiva, viva.
Ci accoglie sull'isola la leggendaria Sonia Haoa Cardinali. Sonia è oggi il massimo studioso internazionale della storia e della cultura di Rapa Nui. Lei stessa una nativa, Sonia ha dedicato la sua vita allo studio dell'archeologia e della natura dell'isola, assistendo Thor Heyerdahl durante i famosi scavi degli anni '50 e '60 e di nuovo negli anni '80.
Durante quegli scavi cercarono di dimostrare praticamente come facessero i locali, al tempo poche centinaia di persone, a costruire e spostare i megaliti senza tecnologie avanzate. Il team di Heyerdahl sviluppa una teoria molto pratica. Le statue venivano scolpite direttamente nel Vulcano Rano Raraku, issate tramite leve e poi spostate tramite un sistema di corde intorno alla testa, facendole dondolare sulla base. Un movimento che sembra "una camminata".
Il team dimostra quindi praticamente la fattibilità della teoria, spostando un Moai da 12 tonnellate con poche decine di uomini.
T.H. fu anche il primo a mostrare al mondo che sotto le teste dell'Isola c'è tutto il corpo.
Fu il primo a teorizzare che le statue avessero un cappello di pietra e degli occhi.
Sull'isola, in soli quattro giorni, abbiamo ripercorso tutti i luoghi importanti per Thor Heyerdahl e Sonia Cardinali e seguito Walter Leonardi, il fotografo personale di Heyerdahl, in un tour fotografico per mettere a confronto l'isola degli anni '80 con quella di oggi.
L'isola riesce a sfumare da un paesaggio all'altro con una dolcezza morbida. Ha un perfetto mix di spiagge sabbiose, scogliere, onde e spot da surf a livello world class. Pianure e colline. Vulcani. Crateri perfettamente circolari con lago nel mezzo. Foreste di eucalipto e pinete. Animali selvaggi. Cavalli. Mucche. Galline. Gatti. Tutti liberi. Il centro urbano di Hanga Roa con una leggera rush hour intorno al tramonto, l'aeroporto con la strip costruita dalla NASA per le emergenze dello Space Shuttle e bar e ristoranti per turisti.
Non esistono specialità gastronomiche locali sull'isola. A parte i Moai, sembra che nulla sia davvero sopravvissuto del popolo che li ha costruiti . Ci siamo nutriti principalmente di empanadas al tonno (vero, non in scatola). Il turismo ha generato qualche tentativo di business: esiste una marca di acqua locale che dicono essere filtrata dall'acqua piovana dell'isola, che è la stessa che puoi bere aprendo il rubinetto di ogni lavandino dell'isola, ma la differenza è che la paghi. E poi una birra (fatta con l'acqua locale) che si chiama MAHINA http://mahinabeer.com/. Buona.
Torniamo con la sensazione meravigliosa di aver soddisfatto un richiamo all'avventura. Non male come finale per l'aver cominciato, circa un anno fa, a chiedermi chi fosse quel mio vicino di casa Norvegese così famoso da dedicarci il molo del mio paese natale.
Che continui così, come un'esplorazione; anche in questi giorni in cui, così si dice, sembra non ci sia più niente da esplorare.
Salve! Vorrei fare solo una precisazione: Thor Heyerdhal ha vissuto a Colla Micheri 👍🏻